Nel mese di Maggio del 1979, il ricercatore Alberto Solinas in vacanza nel Molise scoprì lungo la superstrada in costruzione Napoli – Vasto nelle vicinanze di Isernia quello che è stato definito il ritrovamento paleo antropologico più importante d’Europa: le tracce dell’uomo che abitava più di 700 mila anni fa questa terra.
Lo scavo della paleo superficie è stato effettuato con una pazienza enorme. Gli studiosi hanno setacciato centimetro dopo centimetro l’intera area di scavo senza tralasciare il più piccolo dettaglio.
I reperti sono stati raccolti nel corso di regolari campagne di scavo iniziate nel 1979 e tuttora in corso. I manufatti rinvenuti sono in Selce ed in Calcare. Il materiale litico utilizzato per la scheggiatura si rinviene ancora oggi in tutta l’area della Pineta. E’ quindi probabile che l’uomo preistorico trovasse nelle vicinanze dell’ accampamento la materia prima da utilizzare per la fabbricazione degli strumenti. Nonostante gli scavi del paleo suolo abbiano interessato un’area di circa 300 mq., resti umanoidi veri e propri non sono stati ancora ritrovati ma, secondo i responsabili dello scavo, sicuramente nell’area circostante, in un futuro prossimo, potrà avvenire un prezioso ritrovamento.
I resti faunistici sono molto abbondanti e appartengono a più specie. Gli animali più frequenti sono il Bisonte (Bison), il Rinoceronte (Dicerorhinus) e l’Elefante (Elephas antiquus). Non mancano, anche se sono meno frequenti, l’Orso (Urus deningeri), il Cinghiale (Sus scrofa), l’Ippopotamo (Hippopotamus amphibius) e il Thar (Hemitragus).
La scoperta del giacimento paleolitico di Isernia ha destato molto scalpore non solo negli ambienti scientifici inerenti la paleontologia , ma anche nell’ambiente culturale esterno. Molte sono le rappresentazioni grafiche e scultoree che si soffermano sopratutto sull’aspetto che l’uomo di Isernia ed il suo habitat potesse avere.
