Nel nostro Paese manca ancora una definizione giuridica di “alberi monumentali” valida per tutto il territorio ed in grado di garantire ai grandi patriarchi verdi una giusta ed univoca tutela. Viene sottolineato il crescente interesse, da parte delle scienze naturali e forestali, per la categoria di quegli alberi che, per le loro dimensioni, l’età, la forma della chioma, il luogo di ubicazione e per l’importanza storico-culturale e scientifica, vengono definiti monumentali. Partendo dal censimento degli alberi monumentali realizzato nel 1982 dal Corpo Forestale dello Stato si è tentato di delineare un quadro generale delle iniziative normative e conoscitive sugli alberi monumentali in Italia, con riferimento anche ad altre realtà europee, al fine di evidenziare l’importanza di un approccio coerente e condiviso per la salvaguardia di questo inestimabile patrimonio.
Alberi monumentali d’Abruzzo, Italia
Nelle aree collinari sono state rilevate molte roverelle con diametri del fusto maggiore di due metri, sulla costa olivi, pini ed eucalipti, dall’aspetto fascinoso; mentre nelle zone pedemontane e montane si sono trovati molte specie di acero montano, faggi, frassini, pini neri, pioppi, sorbi, peri, tassi …
insomma tutte piante monumentali, solenni, maestose, vetuste, imponenti e affascinati. In fine sedici sono le piante con circonferenze maggiori di sei metri o diametri maggiori di due metri. Basti pensare che nelle cerchie annuali degli alberi sono scritti i cambiamenti climatici, morfologici, storici e sono conservate le informazioni genetiche antiche 200-300 anni o anche più di 1000 anni. L’albero più antico del mondo è “Pinus longaeva “ della California datato oltre di 4000 anni (in America esiste una facoltà di dendrocronologia, ossia che studia l’età delle piante).
In Abruzzo l’albero più vecchio, documentato è il pino nero della Camosciara che aveva, nel 1988, 535 anni. Però in natura l’aspetto monumentale non coincide con la vetustà …
Un ricercato elenco di piante, rappresenta per l’Abruzzo un patrimonio faunistico di grande rilevanza scientifica e monumentale. Sono le 363 piante che il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha dichiarato con un decreto firmato oggi “monumenti naturali protetti ai sensi della legge regionale 38/96” e per questo tutelate fino al divieto di abbattimento, “fatta eccezione per motivi di pubblica incolumità o di ordine sanitario”. Oltre al divieto di abbattimento, il decreto presidenziale fissa che l’area di pertinenza delle piante abbattute senza autorizzazione non può essere utilizzata per diversa destinazione. “Il senso della tutela massima delle piante individuate – spiega il presidente della Regione – nasce dalla necessità di preservare un patrimonio faunistico unico e interessante dal punto di vista scientifico. Molte delle piante monumentale inserite nell’elenco rappresentano anche un pezzo di storia della regione, che ha sempre ha posto al centro della propria politica la tutela ambientale del territorio”. Così come chiarisce Gianfranco Giuliante, assessore che ha tecnicamente preparato il decreto, “l’elenco delle 363 piante monumentali può essere aggiornato ogni tre anni a seguito delle segnalazioni di enti e istituzioni pubbliche”.
Il Corpo Forestale dello Stato, ha censito, nella regione Abruzzo, 74 alberi monumentali: 35 in provincia dell’Aquila, 24 in provincia di Chieti, 9 in provincia di Teramo, 6 in provincia di Pescara.
Gli esemplari in assoluto di maggiori dimensioni risultano essere una roverella di 7,8 metri di circonferenza presente in località Ara vecchia di Crognaleto (TE) e, come altezza, un pioppo di 30 metri a l’Aquila presso la SS17 Tiburtina Valeria al km 31.
Dei 24 alberi monumentali censiti nella provincia di Chieti 10 si trovano nel vastese