Santo Stefano di Sessanio (1.251 m. slm.), un piccolo borgo medievale nella Provincia dell’ L’Aquila. Comune con una popolazione di 120 abitanti, che vivono in loco per tutto l’anno, Santo Stefano di Sessanio fa parte della prestigiosa selezione de “I Borghi più belli d’Italia. Adagiato su una collina, il borgo di Santo Stefano di Sessanio gode di una posizione che regala al visitatore panorami meravigliosi e suggestivi come quelli offerti dalle cime del Sirente e della Majella a sud e dal maestoso Altopiano di Campo Imperatore a nord.
Il caratteristico centro storico, di origine medievale e di incredibile bellezza, è interamente costruito in pietra calcarea bianca, imbrunita dal tempo, ed è dominato dalla imponente torre cilindrica, detta “medicea” per la presenza dello stemma della celebre famiglia fiorentina Dè Medici, che nel cinquecento fu feudataria del piccolo borgo, in precedenza appartenuto ai Piccolomini.
L’ingresso al paese, nella zona sud-est, avviene attraverso la Porta Medicea su cui svetta lo stemma della Signoria di Firenze, che ha lasciato numerose tracce nell’architettura medievale di questo piccolo e stupendo borgo. Medicei, infatti, sono i portali ad arco con formelle fiorite, le bifore e le mensole dei balconi, le finestre in pietra finemente lavorate.
Il borgo di Santo Stefano di Sessanio è circondato dalle famose “case-mura”, case molto alte, con spesse mura e piccolissime finestre che davano sull’esterno del paese, dalle quali era facile difendersi e difficile essere colpiti.
Il borgo di Santo Stefano di Sessanio è un labirinto di strette strade in pietra, archi e gallerie, che innamora molti visitatori, regalandogli sensazioni di protezione e calore, di incanto e magia che lo riporta indietro in tempi lontani, di un medioevo che può essere rivissuto soltanto in questi piccoli borghi delle Terre della Baronia . Ed ogni più stretta “rua” conduce alla sommità del borgo, dove troneggia la Torre Medicea.
Le “case-mura” o “case-torri” sono la particolarità anche di altri paesi, come il vicino Castel del Monte, ma sicuramente propria soltanto di Santo Stefano di Sessanio è la famosa Buscella, una stretta apertura sull’ultima cerchia di mura, dove si narra che, in epoca medievale, i giovani innamorati si incontravano per rubarsi fugaci baci, non potendo farlo pubblicamente.
Fuori dal centro abitato sono da visitare la chiesa cimiteriale di S. Stefano e, sul bordo del piccolo lago ai piedi del paese, la suggestiva chiesetta della Madonna del Lago (XVII sec.).
Nelle vicinanze di S. Stefano di Sessanio, in territorio di Calascio, si trova il suggestivo castello di Roccacalascio (1.512 m. slm), uno dei castelli più elevati d’Europa.
STORIA DI SANTO STEFANO DI SESSANIO
La storia del nome di questo borgo si lega ad un passato romano. “Sextantio”, infatti, doveva indicare la distanza di “sei miglia” che intercorreva tra il piccolo borgo di Santo Stefano di Sessanio ed il più grande pagus romano di San Marco, che si trovava in una vallata tra Castel del Monte e Rocca Calascio e che sicuramente era il più importante nella zona. Il nome invece di “Santo Stefano” deriva quasi sicuramente dalla più importante chiesa del paese, dedicata appunto al Santo.
Oggi, Santo Stefano di Sessanio è uno dei “Borghi più belli d’Italia” ed il restauro completo del borgo e la creazione dell’albergo diffuso di Sextantio, da parte di Daniele Kilhgren ed altri imprenditori, hanno reso Santo Stefano una delle mete più ricercate dal turismo.
PRODOTTI TIPICI: le Lenticchie di Santo Stefano di Sessanio
Uno dei più famosi prodotti tipici d’Abruzzo sono proprio le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio.
Appartenenti ad una qualità rara ed introvabile, dal colore scuro marrone-violaceo e dalle dimensioni minute, la lenticchia viene coltivata qui a Santo Stefano da tempi antichissimi che risalgono addirittura ad un’età precedente l’anno Mille.
Il luogo ideale per la coltivazione di questo tipo di lenticchia si trova ad un’altitudine compresa tra i 1200 ed i 1400 metri, su un terreno arido. E’ per questo che qui, a Santo Stefano di Sessanio, questo legume ha trovato il suo habitat ottimale, che gli dona un sapore così intenso che l’ha reso noto in tutta Italia ed Europa, tanto da essere ricercata ed utilizzata dai migliori chef al mondo.
Oggi, la loro coltivazione sta diminuendo, in quanto effettuata quasi soltanto per consumo famigliare. E’ per questo motivo che la lenticchia di Santo Stefano è protetta oramai dal Presidio Slow-Food, ottenuto grazie all’intervanto del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.