L’area protetta è la prima Riserva istituita in Abruzzo nella fascia costiera e nasce dall’esigenza di conciliare l’aspetto naturalistico dell’ area con quello turistico, relativo alla fruibilità delle spiagge. La Riserva ha una estensione di circa 285 ettari (che arrivano a 400 con l’Area di protezione esterna) e va dalla spiaggia di Punta Penna, attigua al Porto di Vasto (Punta della Lotta), alla foce fiume Sinello (confine con il comune di Casalbordino).
Nell’anno 2000, il Comune di Vasto ha adottato il Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva Naturale Regionale Guidata di Punta Aderci, elaborato dalla Cooperativa COGECSTRE di Penne, approvato in via definitiva dal Consiglio Regionale il 25.09.2007.
Nella Riserva, la zona pianeggiante appare maggiormente antropizzata, il paesaggio agricolo è di tipo tradizionale, con ampi vigneti, oliveti e appezzamenti coltivati prevalentemente a graminacee.
L’area di maggiore interesse naturalistico è costituita dalla spiaggia di Punta Penna : un anfiteatro marino che ospita numerose essenze vegetali tipiche.
Il promontorio di Punta Aderci (26 m s.l.m. “sopra il livello del mare”) caratterizza l’intera area offrendo una visuale a 360° su tutta la Riserva. In alcune cavità di Punta Aderci è possibile ammirare l’Halymenia floresia, considerata l’alga rossa più bella del Mediterraneo. Da Punta Aderci lo sguardo può spaziare sul Parco Nazionale della Maiella, del Gran Sasso – Laga e dei Sibillini : al tramonto,con buona visibilità, si può intravedere il Parco regionale del Conero.
La lunga spiaggia di sabbia di Punta Penna termina con la spiaggia di sassi dei Libertini sottostante la falesia del promontorio di Punta Aderci. La spiaggia dei Libertini è accessibile sia dalla spiaggia di Punta Penna che, attraverso un breve sentiero di 80 gradini, che la collega alla sterrata che conduce al promontorio di Punta Aderci.
Riserva Naturale di Punta Aderci
Da qui si prosegue per la lunga spiaggia di ciottoli di Mottagrossa. Da questa spiaggia fino alla foce del fiume Sinello, inizia uno dei tratti di costa più solitari e di difficile accesso dell’Adriatico centrale. Sovrastante la spiaggia di Mottagrossa si percorre un panoramico percorso in quota (circa 20m s.l.m.”sul livello del mare”) di circa 3 Km, (ex tracciato ferroviario) che consente, a piedi o in bike, di scoprire le pinete sul mare, valloni e tratti di macchia mediterranea.
Le pinete offrono al visitatore la possibilità di una rinfrescante sosta durante i mesi estivi. La Riserva termina alla foce del fiume Sinello poco oltre le caratteristiche arcate in mattoni che delimitavano il vecchio tracciato ferroviario ; proseguendo inizia il lungomare della città di Casalbordino.
Deviando a sinistra, poco prima della foce, ci si allontana dalla costa percorrendo un sentiero che costeggia il fiume Sinello e che attraversa la zona interna della Riserva.
Le Dune
Le dune sono strutture collinari caratteristiche dei deserti e delle coste sabbiose. Quelle costiere si sviluppano parallelamente al litorale, sono costituite soprattutto da sedimenti fini incoerenti portati dai fiumi (origine fluviale) e dal moto ondoso (origine marina) che trasporta e rideposita i sedimenti secondo le correnti principali. Le dune non sono strutture statiche, sono instabili, sono soggette a continui spostamenti e ridimensionamenti causati dalla direzione e dalla forza del vento.
Il vento, infatti, spinge le particelle sabbiose verso l’entroterra per trascinamento oppure a balzi creando un lato sopravento con pendenza moderata e un lato sottovento con pendenza più accentuata. Generalmente il versante della duna esposto a mare è maggiormente colpito dall’azione erosiva del vento, mentre il versante protetto si accresce per l’accumulo dei granelli di sabbia. La sabbia inizia ad accumularsi quando incontra le rocce o le piante. La vegetazione ha quindi una fondamentale importanza per la formazione delle dune costiere, poiché crea un impedimento per l’avanzamento della sabbia verso l’entroterra. Può iniziare così la formazione di dune embrionali che vanno sempre più accrescendosi e stabilizzandosi, fino a formare vere e proprie colline asimmetriche che possono superare i 10 metri d’altezza. Il primo cordone di dune, prospiciente al mare, è sempre più elevato rispetto ai successivi.
I cordoni successivi, sono più ricchi di copertura vegetale, rappresentata da arbusti tipici della macchia mediterranea. I cordoni dunali sono ambienti molto interessanti sia dal punto di vista ecologico sia paesaggistico. Tali ecosistemi hanno un delicato equilibrio evolutivo legato alla continua trasformazione del substrato causato dall’erosione del vento e del mare, che rendono difficile l’insediamento dei vegetali e di conseguenza la loro stabilizzazione. Spesso a peggiorare la situazione vi è l’azione dell’uomo che con la costruzione di strade ed edifici lungo le coste o semplicemente, con il solo calpestio delle piante che crescono nelle dune, interferisce sull’equilibrio descritto provocando lo sventramento dei cordoni dunali. Ma uno dei danni maggiori è sicuramente dato dalla costruzione di sbarramenti artificiali a monte dei corsi d’acqua. Questi hanno determinato una drastica riduzione nel trasporto dei sedimenti sabbiosi che giungevano al mare, causando l’arretramento della spiaggia. A Vasto tale fenomeno è in controtendenza, infatti la spiaggia è caratterizzata da una attiva dinamica di deposizione e di edificazione dunale, favorita dalla deposizione del molo a difesa del porto di Vasto.
Azioni di tutela per la nidificazione del Fratino
Le azioni di conservazione e di censimento sulla nidificazione del Fratino (Charadrius alexandrinus) sono particolarmente importanti, in quanto, questo piccolo limicolo è ormai un consolidato indicatore biologico sullo stato di salute dell’ambiente dunale. Prova ne sia che su gran parte della fascia adriatica ogni anno il WWF organizza il “Fratino day” una giornata dedicata al monitoraggio di questa specie con l’aiuto di volontari e ornitologi. Da questo monitoraggio si ricavano utili indicazioni per pianificare progetti di conservazione dei residui ambienti dunali.
All’interno della Riserva di Punta Aderci tutto ciò ha particolare rilevanza in quanto il Fratino è stato scelto come uno dei simboli della Riserva; proprio dai primi censimenti sulla costa vastese, sul finire degli anni ’80, (duna di Punta Penna e Marina di Vasto)nel tempo è maturata l’idea di utilizzare sistematicamente il Fratino come indicatore ambientale. Per proteggere la nidificazione del Fratino, a causa di numerosi pericoli a cui è esposta, (sia nella fase di deposizione e cova delle uova, che nei giorni che precedono l’involo dei piccoli), la Riserva Punta Aderci cerca di mettere in campo idee e progetti al fine di una efficace tutela. L’informazione al pubblico e l’educazione ambientale vanno di pari passo con le delimitazioni fisiche dell’area di riproduzione ai piedi dell’area dunale.