La storia
Agli Etruschi si potrebbe attribuire la fondazione della città, se prendiamo in considerazione i molti reperti delle loro opere ritrovati fra le rovine dei vecchi fabbricati.
Secondo la leggenda, invece, questa città deve la sua origine a Diomede, re d’Etolia, il quale verso l’anno 1170 a.C., di ritorno dall’assedio di Tria, con le sue genti approdò sulle sponde dell’Adriatico, e preso possesso delle qui vicine Isole Tremiti di lì sbarcarono nella Frentania e vi fondò “Histonium”.
L’ipotesi è convalidata dal fatto che i Greci dominarono queste zone.
Qualunque sia stata la sua origine, è certo che figurò tra le più importanti città frentane.
Stato: Italia
Regione: Abruzzo
Provincia: Chieti
Paese: Vasto
Coordinate Geografiche: 42°6′41.72″N 14°42′29.59″E
Altitudine: 144 m s.l.m. (sul livello del mare)
Superficie: 70,65 Km2
Abitanti: 40.636
Densità: 575,17 (abitanti/Km2)
Comuni confinanti: Casalbordino, Cupello, Monteodorisio, Pollutri e San Salvo.
Delimitato: a nord dal fiume Sinello, a sud dal vallone di Buonanotte, ad est dal mare Adriatico.
Nome abitanti: Vastesi
La nostra città doveva essere spaziosa e piena di magnifici edifici nell’epoca del suo maggior splendore, vale a dire fino a quando fu confederata (stretta da speciale l’alleanza) prima a Colonia e poi a Municipio Romano. Durante questo periodo, la nostra città ebbe molti privilegi, come ad esempio gli alti Magistrati, i Templi, tra cui il Campidoglio.
Prove materiali sono anche le fognature, gli acquedotti, le grandi cisterne per l’acqua, opere costosissime che non potrebbero esistere in villaggi o piccoli borghi.
Gli Istoniesi combatterono a fianco dei Romani contro Pirro, re dell’Epiro, venuto in soccorso dei Tarantini.
Con la caduta dell’impero Romano d’occidente, Odoacre, condottiero degli Eroli, sottomette le nostre province fino all’arrivo di Teodorio, che alla guida dei Goti, uccide Odoacre e diventa padrone delle nostre terre e trova “Hisonium” in uno stato di desolazione. Devastazioni e incendi seguirono con l’arrivo dei Saraceni, al punto che nel 924 d.C. la città era solo territorio e nel 1047 appena un castello.
Sotto i principi Normanni e gli imperatori svevi la città ricominciò a risorgere, ma solo dopo furono costruite nuove case che erano divise in due comunità distinte fra l’oro, sia per amministrazione civile sia per parrocchie, una era la terra di “Guasto d’Ajmone” e l’altra”il castello di Guaso e Gisone”. In seguito nel Gennaio 1385 divennero un’unica città.
I Longobardi modificarono il nome “Histonium” in quello di “Wast” o “Guast”, voce indicante “Gastaldia”. La nostra città fu denominata “Gastaldia di Ajmone”, da qui “Vasto Aimone”, “Vasto Ammone” ed oggi “Vasto”.
Dal 1400 al 1414 la città fu soggetta a Ladislao di Durazzo, al quale seguì Giovanna II che la diede in feudo a Giacomo Caldora, celebre capitano di ventura, al quale si deve la costruzione del “Castello” della “Torre di Bassano”,della “Torre Damante”, della “Torre Diomede”.
Per quasi tre secoli, ossia dal 1500 al 1800 i d’Avalos tennero interrottamente la Signoria di Vasto.
Nel 1710, Carlo III d’Austria , in considerazione della ricchezza degli edifici, dei templi, dei monasteri, delle nobili famiglie e della gloriosa antichità del luogo , conferì a Vasto il titolo di Città. Durante la Signoria dei d’Avalos, furono ospiti della nostra città: Vittoria Colonna (soave poetessa), Maria d’Austria (regina d’Ungheria) ed il re Ferdinando II di Borbone.
L’ultimo feudario di Vasto fu il Marchese Tommaso d’Avalos deceduto l 12 Agosto 1806, quando, salito al trono di Napoli, Giuseppe Napoleone abolì la feudalità. Il 4 Settembre 1860, alle prime notizie della marcia di Garibaldi su Napoli, i vastesi abbatterono dagli edifici pubblici gli stemmi dei Borboni. Vasto insorse contro la tirannia borbonica, inneggiando a Vittorio Emanuele ed a Giuseppe Garibaldi.
Loggia Amblingh
Sulla passeggiata orientale che fiancheggia il borgo antico, partendo dai giardini di Palazzo d’Avalos, si apre la Loggia Amblingh, una splendida balconata sospesa a picco tra i mattoni colmi di storia della città e le sottostanti campagne d’ulivi e orti scendenti verso il mare. Da qui, con un solo colpo d’occhio si può ammirare il bellissimo golfo d’oro di Vasto, le colline del vicino Molise, le propaggini della Montagna Garganica e le Isole Tremiti.
La loggia prende il nome dall’austriaco Guglielmo Amblingh di Graz, segretario di Cesare Michelangelo d’Avalos, residente a Vasto all’inizio del Settecento.
Davanti l’ingresso principale della villa comunale, si scendono dei gradini che vi aprono ad un percorso visivo mozzafiato, specie di sera. Arrivati giù, si è tentati di conoscere meglio la storia di una piccolissima chiesa. E’ la cappella della Madonna della Catena, dove le mogli dei marinai erano solite pregare per il ritorno dei loro cari quando c’era burrasca. Volgendo lo sguardo verso sinistra, noterete Porta Catena o Porta Santa Maria, con arco a sesto acuto sormontato da una graziosa loggetta. E’ una delle quattro antiche porte cittadine che, in epoca medioevale, consentivano l’ingresso alla città. Poco più avanti, proseguendo nella passeggiata, scorgerete la dimora che fu di Gabriele Rossetti, ora sede di una delle Biblioteche comunali.
I Musei Civici
I musei Civici della città del Vasto sono ospiti nelle ampie sale di Palazzo d’Avalos, dal cui settecentesco giardino napoletano è possibile ammirare il fantastico panorama del golfo di Vasto. E’ il più antico museo d’Abruzzo, nonché uno dei più importanti. Nel museo trovano posto sarcofagi, sculture, anfore, armi, monete, oltre ad un bellissimo pavimento a mosaico proveniente dall’area delle antiche terme istonesi, la cui datazione risale al I sec. d.C., dove sono raffigurati pesci, mostri marini e motivi floreali. Fra i preziosi reperti esposti si ricordano i preziosi corredi delle numerose tombe scavate nel 1912 – 1914; le due lastre di bronzo con iscrizioni in lingua osca, provenienti dal santuario frentano esistente nella vicina località di Punta Penna. La Pinacoteca contiene un settore dedicato in particolare alla pittura dell’800, in cui si possono ammirare opere di importanti artisti vastesi come i fratelli Palizzi, figure di primo piano della scuola napoletana di Posillipo, Gabriele Smargiassi e Giulio Cesare ecc.
Il Castello Caldoresco
La storia del castello è strettamente legata alla figura di Giacomo Coldora, il capitano di ventura che nel 1439, impadronitosi della città, provvide alla sua fortificazione con il rinnovamento delle mura e l’aggiornamento della fortificazione ai nuovi sistemi difensivi. Il forte venne ad impiantarsi su una precedente costruzione, la quale a sua volta appoggiava le proprie fondazioni sulle strutture murarie che costituivano l’entrata settentrionale dell’anfiteatro romano di Histonium e che sono ancora chiaramente visibili dai sotterranei del palazzo.
Sul lato occidentale del perimetro urbano che comprende anche il castello oggi è possibile osservare come il sistema difensivo delle mura urbiche si completi con le torri di Bassano, di Santo Spirito e diomede del Moro, alterante nell’impianto quattrocentesco a seguito delle sopraelevazioni successive.
Le Torri
Sono solo tre delle sei antiche , le torri visibili nel cuore delle città.
La Torre di Bassano si trova al punto estremo del semicerchio di piazza Gabriele Rossetti, nel cuore della città, dove in antichità vi era un anfiteatro romano le cui mura perimetrali sono tornate alla luce. La torre, che mostra gli stemmi aragonesi e della municipalità vastese, ha preso il nome dai Marchesi che ne divennero proprietari e che ne curavano anche la manutenzione. Ha la base quattrocentesca e con pietra del 1498, risale al 1427 mentre la sommità, a mensoloni è del 1713.
La Torre Diomede del Moro, a forma allungata, contiene ancora una miniscuola e caratteristica struttura abitativa. Rinforzata nel 1439 e non meno famosa delle altre, è situata in fondo a Via Damante.
La Torre di Santo Spirito è così denominata perché localizzata vicino al monastero celestiniano esistente a quei tempi.
Altre torri sono fuori dalle vecchie mura. Ne sono due: “Torre Sinello”, che in realtà sono resti siti nella località Torre Sinello presso la Riserva Naturale di Punta Aderci e “Torre di Punta Penna”, che era in stretto contatto visivo con le torri limitrofi.
Palazzo D’Avalos e il Giardino Napolitano
Palazzo d’Avalos domina la marina di Vasto dalla collina su cui si arrampica il paese. L’antica residenza della prestigiosa famiglia d’Avalos è uno dei più significativi esempi di architettura rinascimentale abruzzese. Il Palazzo è costruito sui resti di un edificio del XIV secolo, di cui conserva diversi dettagli decorativi: ne è testimonianza una splendida bifora venuta alla luce nel muro perimetrale che dà sull’adiacente giardino.
Dopo il periodo angioino, il palazzo, nel 1427, viene ingrandito e abbellito da Giacomo Caldora, allora signore della città, per passare poi ai d’Avalos, nobile famiglia di origine spagnola.
Il palazzo fu anche dimora di Vittoria Colonna, una delle donne più illustri e colte del Rinascimento, moglie di Francesco Ferrante d’Avalos, nonché confidente ed amica di Michelangelo Buonarroti e a lui legata da una profonda affinità intellettuale.
Compreso nell’area del Palazzo, dopo aver attraversato il cortile all’entrata, si apre il Giardino Napoletano affacciato sul mare che è stato riportato all’originario impianto architettonico tardo settecentesco. Così, oggi come ieri, tra siepi di bosso e cespugli di rose, regnano gli alberi d’arancio, la lavanda, il rosmarino, la salvia, la vite americana, il gelsomino, il geranio e le rose rampicanti. Il verde si configura come una croce attraversata da vialetti ortogonali coperti da un pergolato, modello comune a molti giardini e chiostri napoletani d’età barocca. Dopo aver percorso il vialetto che costeggia il muro del palazzo, dove campeggiano lapidi e altri reperti archeologici, si raggiunge il terrazzo panoramico. Con la morte di Cesare Michelangelo d’Avalos, avvenuta nel 1729, i discendenti preferirono dimorare stabilmente a Napoli presso la corte e la decadenza del complesso divenne inevitabile.
Oggi il palazzo ospita al suo interno i Musei Civici, in cui è custodita un’interessante raccolta numismatica e la Pinacoteca.
Il Faro
E’ stato costruito su disegno di Olindo Tarcione, il faro si presenta come costruzione in muratura a forma di torre. La colonna del faro, con i suo 70 metri, è la seconda per altezza in Italia (collegamento) dopo la Lanterna di Genova. Una scala a chiocciola di 307 scalini conduce alla sommità. La lanterna, attivata nel 1912, si trova a 84 m sul livello del mare; ha una portata di 25 miglia.
Vasto ti aspetta con le sue mille opportunità grazie alle meravigliose spiagge immerse nella macchia mediterranea, capaci di stupire anche gli ospiti più esigenti.
Prova a tuffarti nelle acque di Punta Aderci, una delle più importanti riserve naturali regionali, o a passeggiare sulle spiagge di Libertini e Punta Penna; prova ad arrampicarti tra scogli e calette per scoprire i caratteristici trabocchi!
Vasto è il luogo ideale per chi cerca una vacanza all’insegna della natura e del relax ma con la possibilità di divertirsi e fare sport, trekking, andare in bicicletta o a cavallo.
Con la lunghissima spiaggia della Marina, Vasto offre un affascinante percorso naturalistico che parte dalla spiaggia di Mottagrossa e si chiude più a sud nell’area protetta di Vasto Marina.
Sarà impossibile resistere ai suoi panorami mozzafiato, alle meravigliose sfumature blu del mare che si perdono tra il verde delle colline ed il giallo oro della sabbia finissima.